Arturo, il protagonsita, si descrive come un credente "nella media"— qualcuno che ha fede, ma che non frequenta la messa regolarmente e non è molto informato sui dettagli del mondo cattolico. Un po' per sfida, un po' per salvaguardarel a sua relazione amorosa Arturo decide di vivere la sua fede cattolica in modo totale e impegnato, affrontando delle sfide che portano a situazioni comiche e, in alcune occasioni, scomode per tutti coloro che lo circondano. È curioso notare come le persone che lo circondano, che si dichiarano credenti a parole, si comportano in modo astuto e opportunista, creando un contrasto esilarante con il suo approccio serio alla fede.
Mi ha fatto molto ridere! Sul finale sono combattuta. Da una parte sono contentissima per Roberto, dall'altra trovo triste che Arturo deponga il suo essere cristiano. Tra le cose che mi han fatta più ridere: i dialoghi sui dolci; le partite di calcetto. Belli e ricchi di spunti di riflessioni invece i dialoghi che vertono sulla religione e sul come ci poniamo con chi ha bisogno di aiuto.
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