"Morire in realtà è solamente uscire dalla coscienza del corpo fisico. Nella morte l'uomo si strappa fuori dalla Terra. E, se abbiamo raggiunto la conoscenza immaginativa, possiamo vedere che l'uomo non muore, bensì ci è dato di scorgere, in una visione diretta, come nella morte egli risorga dal suo cadavere in mezzo ad immagini viventi. Quando siamo passati attraverso le porte della morte, la nostra sapienza continua, la vita continua, diventiamo più capaci."
"Così l'uomo può sempre meglio imparare qui sulla Terra come sarà la sua vita quando avrà passato la soglia della morte. Escludere il sapere sui mondi spirituali durante la vita sulla Terra vuoI dire rendersi cieco nel senso animico-spirituale per la propria vita dopo la morte. E si penetra nel mondo spirituale proprio come un invalido, dopo la morte, se si abbia trascurato la volontà di sapere qualcosa del mondo spirituale; poiché l'umanità si evolve verso la libertà. Naturalmente si passa attraverso le porte della morte anche se qui sulla Terra non si è sviluppato alcun sapere intorno al mondo soprasensibile; ma si entra in un mondo nel quale non si vede nulla, nel quale si può procedere solo a tastoni."
"E allora anche le anime sentiranno qui sulla Terra ciò che può divenire così fruttifero per i morti. Non si può fare giustamente ciò se non si sente quale benedizione possa essere per i morti il leggere per loro. Questo è per loro uno dei più grandi doni d'amore. Si possono così formare come dei centri spirituali attraverso cui moltissimo può venire raggiunto per il procedere dell'evoluzione dell'anima dopo la morte. Siamo noi che siamo ancora in vita a dover creare le condizioni necessarie a che i morti possano vederci. Nella vita della nostra anima dobbiamo portare ben chiara la convinzione: l'essere che ha passato le soglie della morte vive. Sappiamo che i cosiddetti morti vivono. L'uomo può diventare un aiuto per i morti. Ma anche coloro che sono morti prima di noi possono aiutarci. Molti sanno benissimo che devono ringraziare i loro morti per le conoscenze spirituali acquisite."
"Leggere per i morti. Ci si faccia un'immagine della persona che è nel mondo spirituale. Allora il morto legge insieme a noi. Il morto è nel mondo spirituale, è vero, ma i pensieri sul mondo spirituale devono essere formati sulla Terra. La cosa più bella, la cosa più importante che possiamo donare ai nostri morti è di leggere per loro qualcosa che abbia un vero contenuto spirituale. Come la pioggia scende benedicente dalle nubi sulla Terra, così il pensiero luminoso si solleva verso i morti, su, fino alle regioni dello Spirito."
"I morti irradiano le loro forze giù sui viventi. Noi dovremmo pensare, parlare, agire con la coscienza di poter reggere allo sguardo dei morti. Così provochiamo un vero aiuto reale se pensiamo sovente che i morti ci guardano. Sin nella punta delle dita si può avere un tale chiaro sentire di questo operare dei morti verso di noi dal mondo spirituale. I migliori lettori per i morti sono gli esseri umani che hanno vissuto vicino a loro e quelli che erano collegati il loro oppure uniti da vincoli di amicizia, quelli che in un modo o nell'altro, prima della loro morte, avevano con loro un reale rapporto. Certo è comprensibile che noi piangiamo i nostri morti, ma se non possiamo superare questo stato d'animo significa che non abbiamo fiducia nella sapienza che regna nel mondo; e il desiderio che il nostro caro non sia morto, che si trovi ancora con noi e non nel mondo spirituale, è un sentimento che danneggia il morto sopra ogni cosa. Facilitiamo la vita dei nostri cari che hanno passato le soglie della morte se riusciamo ad adattarci realmente al nostro destino e a pensare al morto sapendo che la sapienza che regna nel mondo ha voluto prenderlo con sé nel momento giusto, perché essa ha bisogno di lui in un campo dell'esistenza diverso da quello che era qui nella sua vita terrena." Molto difficile devo dire. Viene preteso molto. Con la testa capisco questo ragionamento, ma col cuore mi è molto difficile accettare. Quando penso ai trapassati della mia famiglia, è inevitabile per me essere anche un po' triste e allora dico/penso sempre "scusa se piango/sono triste, è che mi manchi, ma so che tu ora sei in un posto migliore, non farti pensiero di questa mia debolezza".
"Si può pensare ad un morto com'era durante la sua giornata di lavoro terreno. Si può rendere vivo nella propria anima tutto l'amore che si è avuto per lui, e verrà certamente un momento in cui nell'anima si farà strada il sentimento: "Si, il morto opera come se agisse attraverso le mie mani, attraverso la punta delle mie dita, come se egli accendesse il mio fuoco nell'anima - io sento la sua forza in me". Questo fuoco l'ho vissuto su di me. Un'esperienza bellissima. Una specie di prova di coraggio. Dopo ho avuto una giornata in cui mi sono sentita piena di autostima, senza sapere perché, non mi sono mai sentita così.
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